Quando,
10 anni fa, decisi di chiamare il mio blog "Anna la Maratoneta", in un
primo momento mi sembro' un nome ridicolo, o perlomeno inflazionato. Ma
negli anni ho capito che non era così, perché dietro questo aggettivo
sarebbe rientrato quello che sarei diventata dopo, maturando il mio
credere in qualcosa e il sacrificio per esso, senza il fine di consensi o
guadagni.
I
primi anni cresci e speri, poi con il tempo impari a capire che, nel
bene e nel male, sarai sempre e solo tu a dover lottare per difenderti
da invidie e cattiverie. Anche in gara sei sempre solo, e puoi contare
unicamente sul tuo sudore, sui tuoi polmoni, sulla tua testa, sulle tue
gambe. E sai che non esiste nessun avversario forte come te: chiunque
arriva a correre i 42 km, diciamocelo, si crede invincibile e vuole sfidare
unicamente se stesso. Si diventa anche presuntuosi, forse.
Vai avanti per la tua strada, ma accanto
a te però vedi ingiustizie, invidie, rivalità...non le capisci, perché
stai bene con te stesso e con gli altri, e sai di poter dare molto a
chiunque.
Mandi giù...pensi di fuggire, volare, correre più veloce
che puoi. Non puoi però volare in eterno: prima o poi dovrai appoggiare i
piedi per terra, perché mentre sei in aria la gente ti fa fare continui
capitomboli, con il fine di farti ingoiare solo polvere.
Credo in quello che
faccio e so dove arrivare, anche qualora rimanessi dentro a questo mondo fatto
di mezze verità e falsità coperte.
"Speri si faccia giustizia, ma non saranno mai gli altri a farla per te. Dentro, però, non hai mai perso."
"Speri si faccia giustizia, ma non saranno mai gli altri a farla per te. Dentro, però, non hai mai perso."
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